Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro, forse. Giornata un po' triste, solo un po'...al diavolo, molto. Fa caldo ed ho caldo. Sono stanca e Anna mi ha chiesto di uscire, o almeno di andare da lei perchè c'è Elisa, ma sono stanca e Claudia viene a prendermi in stazione. Ho perso il treno e sono triste. Non per il treno, ovviamente, però sono triste.
Odio l'estate.
Non mi piace restare a casa coi miei, ogni volta devo riabituarmici. Dopo un po' lo trovo quasi piacevole, stare a casa al fresco con la compagnia della tv, intendo. Però ci vuole un po'.
Come quando da piccola dovevo andare a dormire e non volevo, perchè sarebbe passato un altro giorno e avrei avuto un giorno in meno da vivere. Ringrazio i miei per non essersi accorti di nulla e non avermi sbattuto da uno strizzacervelli. Però poi mi rassegnavo e allora cercavo di sognare e di dormire bene e mi piaceva sognare. Ogni sera era la stessa cosa ed ogni mattina ricominciava la mia giornata e tentatavo e riuscivo quasi a farmela piacere.
In verità sto aspettando di andare a prendere il prossimo treno, ma non ho molta voglia di piangere. Perchè mi viene da piangere, se ci penso.
Beh, almeno mi sfogherò, dato che in treno sono da sola.
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L'Acqua è distruzione, è cambiamento. È la pioggia che lava via tutto quello che siamo stati, per farci rinascere in un nuovo essere. Riempie, allarga e ripulisce le ferite e trascina via la cenere sotto cui ci siamo nascosti. Ci scalfisce la pelle e penetra dentro di noi. Spegne il fuoco in cui siamo bruciati e dà vita alla terra in cui rinasceremo. Ci lascia bagnati, nudi e inermi come bambini appena abbando-nati. Solo allora possiamo guardarci per quello che siamo davvero.
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