Monday, February 27, 2006

Verbale dei motivi

Ho pianto.
Non abbastanza, ma l'ho fatto.
Sono riuscita a fermarmi.
Ma sono perennemente sull'orlo della lacrima.
Se potessi permettermelo,
se trovassi un valido motivo (la scusante),
piangerei fino a prosciugarmi.
Eppure non c'è
e se c'è non lo vedo,
perché oramai la mia scala di importanza delle cose ha perso ogni credibilità.
E troppo sballata.
Vedo una pagliuzza-elefante e un elefante-farfalla.
Non so che fare.
Non so che fare di me.
Non so che fare di noi.
Non so che fare del presente.

Piangerei fino a star male e starò male fino al pianto.

Il mio ragazzo è tornato, ma non so quando ci vedremo. Sembra un valido motivo?
Non lo è. Avrei una sfilza di cose da aggiungere a questa per trasformarla in un valido motivo.

Ma sarebbe ingannare me stessa.

Dice che è difficile sopportami, una persona negativa come me, dopo aver visto tante persone positive; eppure l'avevo avvertito. Dice che sono fortunata perchè è paziente. Dice che le mie crisi sono ingiustificate. Che i traumi non esistono.
A me lo dice?
Come se non lo sapessi già.
Sono io.

Sono io il trauma.

Sono io che non ci sono portata.

Sono io che sono fatta male.

L'unico valido motivo per cui piangere, sono io.

Friday, February 24, 2006

La Storia infinita

Ho un blocco. Come un qualcosa che ti sale da dentro e si arrampica fino a soffocarti; quando vorresti piangere, perché non sai dove sbattere la testa. Proprio fisicamente, intendo, prenderesti a calci o testate qualunque cosa e sai che non puoi.
E ti guardi intorno e pensi intorno, a cose scollegate, cercando di ritrovare sotto le macerie delle tue aspettative la carica che ti ha animato in passato, ma non trovi niente.
Niente.
E come fai a piangere, per cosa?
Potresti farlo per qualunque cosa, ma non ci riesci.
Perché ci sono così tante cose che ti deprimono, che hai parua che non ti fermeresti più.
Per questo non puoi cominciare.
Non puoi, non puoi mollare proprio adesso e lo sai.
Perché, diamine, sei solo all'inizio!

Wednesday, February 22, 2006

Problemi tecnici

Ultimamente realizzo sempre più che sono una potenziale fallita.
Insomma quest'università non va avanti, lavoro non c'è l'ho più, studiare non c'ho voglia.
Dovrei vergognarmi.
Com'è possibile che gli altri ci riescano così tranquillamente?
Possibile che non siano nauseati all'idea di un altro libro, di un altro giudizio?
Sono indietro e dovrei veramente darmi una mossa.

Tuesday, February 14, 2006

Oligarchia costituzionale

Ho notato un'intro molto carina in un blog (per intenderci il tuo nemesis).

A volte ci s'inganna nel pensiero che essere diversi sia essere unici. Si sviluppa una particolare forma di vanità (tipica del carattere psicopatico, come cita il Manuale di analisi del suddetto), che spinge a ritenere la propria una superiorità intellettiva. Nondimeno il motivo principale di questa diversità e proprio l'incapacità di omologarsi agli standard sociali o meglio ancora l'inadeguatezza nei confronti di simili standard, si tratta di una volontà o peggio di una necessità di differire che spinge il soggetto fino all'estremo in cui egli è solo in mezzo agli altri.
Nessuno può vivere solo, poiché uno dei bisogni primari è quello di essere capiti.
E' un circolo vizioso, si invidia la posizione di coloro che vivono nella normalità, ma allo stesso modo la si disprezza, considerandola uno stato di inferiorità mentale; il prototipo dello "stupido e felice". Tanto che si finisce col crogoiolarsi nel proprio stato di apatica e velenosa auto-ammirazione: "io posso capirmi, perché io sono all'altezza, io posso stimarmi".
Ma io è limitante.
Allora si desidera che si trasfomi in un "alcuni" possono, gli altri no.

Ed ecco la nostra corsia che si riempie.

Ironia della sorte, la superiorità e l'isolamento necessitano di partecipazione per essere tali, così si cede un po' di una un po' dell'altro per poter essere riconosciuti come individui.

Forse questo è anche il motivo per cui si comincia a tenere un blog.