Tuesday, February 14, 2006

Oligarchia costituzionale

Ho notato un'intro molto carina in un blog (per intenderci il tuo nemesis).

A volte ci s'inganna nel pensiero che essere diversi sia essere unici. Si sviluppa una particolare forma di vanità (tipica del carattere psicopatico, come cita il Manuale di analisi del suddetto), che spinge a ritenere la propria una superiorità intellettiva. Nondimeno il motivo principale di questa diversità e proprio l'incapacità di omologarsi agli standard sociali o meglio ancora l'inadeguatezza nei confronti di simili standard, si tratta di una volontà o peggio di una necessità di differire che spinge il soggetto fino all'estremo in cui egli è solo in mezzo agli altri.
Nessuno può vivere solo, poiché uno dei bisogni primari è quello di essere capiti.
E' un circolo vizioso, si invidia la posizione di coloro che vivono nella normalità, ma allo stesso modo la si disprezza, considerandola uno stato di inferiorità mentale; il prototipo dello "stupido e felice". Tanto che si finisce col crogoiolarsi nel proprio stato di apatica e velenosa auto-ammirazione: "io posso capirmi, perché io sono all'altezza, io posso stimarmi".
Ma io è limitante.
Allora si desidera che si trasfomi in un "alcuni" possono, gli altri no.

Ed ecco la nostra corsia che si riempie.

Ironia della sorte, la superiorità e l'isolamento necessitano di partecipazione per essere tali, così si cede un po' di una un po' dell'altro per poter essere riconosciuti come individui.

Forse questo è anche il motivo per cui si comincia a tenere un blog.

6 comments:

nemo said...

Non posso non riconoscere l'intelligenza e la saggezza di ciò che scrivi.
In pochissimi e specifici casi ho potuto constatare una sorta di superiorità... ma sempre circoscritta ad ambiti particolari... non credo nel concetto di "superiorità assoluta"... non credo nell'incompreso perchè troppo "oltre".
Per me scrivere è "terapeutico". Non saprei come definirlo. Adesso mi porrò vanitoso ed arrogante, affermando che non ha alcun valore quello che scrivo per me, ma so che per altri ne ha. Da questa consapevolezza è nato il blog.
Resiste... finchè c'è chi lo legge... è vero. Finirà in bit inceneriti, quando la consapevolezza della sua esistenza mi sarà intollerabile.

Viola said...

hai ragione, sono daccordo che in molti casi, la misoginia, dipenda dal sentirsi superiori. ne ho incontrate di persone così, ho tentato di fargli capire delle cose, ma ho lottato inutilmente contro la loro arroganza. però questo non mi pare uno di quei casi. nel senso che io credo invece che si tratti di un forte senso di inferiorità, come se non ci si ritenesse degni della vita, come se non ci si ritenesse in grado di poter vivere serenamente, come se non si meritasse alcuna felicità. tutto il contrario, dunque.
non so se il blog in questione sia nato per combattere la solitudine, non lo credo. più che altro, alcuni individui, hanno la necessità di comunicare ciò che sono, e se poi questa comunicazione suscita emozioni, ciò provoca gioia in quegli stessi individui. e credo sia questo il caso. si.

Unknown said...

Certo, si tratta alla radice di un senso di inferiorità ed inadeguatezza, che non si riesce a trasformare, se non in un senso di comprensione superiore.
Non parlavo di superiorità assoluta, ma di capacità mentale.
Si giustifica il proprio isolamento con la consapevolezza di essere in grado di discernere cose che per gli altri sono invisibili.
In fin dei conti il malessere di cui parliamo può essere paragonato allo "spleen" o alla "noiséè".
Non intendo dire che ci si sente superiori, semplicemente si crede di sapere o comprendere cose che per gli altri non esistono.
Pensate che una qualsiasi persona socialmente integrata e impegnata tanto da avere a mala pena il tempo per pensare, si tormenti con l'idea della morte.
Io ne sono perseguitata da quando avevo sei anni.
Questo intendevo.

Unknown said...

L'isolamento di cui parliamo non è autoindotto, se persiste anche quando si ha la possibilità di vivere come tutti, è perché è venuta meno la fiducia nelle persone. Allora si realizza che gli altri non sono mai stati csimili a noi e noi non vogliamo essere simili a loro proprio per ciò che rappresentanto; qualcuno di cui non ci si può fidare.

Detto questo, ringrazio per i commenti e saluto:)

nemo said...

La fiducia...
Penso che ci si possa fidare sempre di chiunque, a patto di accettare che non possiamo aspettarci davvero niente da nessuno.

Detto questo, vorrei essere diverso. Non so come.

Unknown said...

E' difficle cambiare, perché alla fine dentro si resta sempre uguali. Però cambiare l'andamento delle cose è possibile.
Basta iniziare con metodo e calma dalle cose più piccole e un po' alla volta sistemare tutto, senza farsi prendere dall'ansia del nulla, della perdita, della sconfitta.
Se si parte con una cosa alla volta ce la si può fare.
Forse non sai come fare, ma sai cosa vuoi cambiare, no?
Si può provarci.