Thursday, January 19, 2006

Fallimenti strategici

Le feste sono andate e io sono ancora disoccupata.
Rivorrei indietro il mio lavoro, mi manca e, sarà scontato, mi mancano i soldi.
Mi manca un po' tutto; la gente, la compagnia, i computer, la macchinetta del caffé, la cicca dopo il caffé, lo starmene seduta sul gradino, la saracinesca sgangherata da aprire e chiudere, le chiacchierate. Ci passavo il tempo lè dentro e per di più in maniera produttiva. E' stato una buona cosa.
Sarei molto contenta se riaprisse.
Anche Orso mi manca un po', ogni tanto ci penso e non credo sia un bene. Cioé non rimpiango la possibilitù perduta, solo la sua compagnia, mi divertivo molto con lui.

In effetti non realizzo ancora appieno cosa significa avere una relazione. non padroneggio ancora l'idea che Nicolò sia il mio ragazzo. E' come se non me ne rendessi conto.

Mi sembra che sia stato tutto troppo passivo.

Non è cambiato poi molto tra noi, se non fisicamente, anzi nemmeno ci vediamo.
A volte realizzo che per esempio non posso tradirlo o cose così, ma la mia vita non è cambiata per niente, è come se lui non ne facesse parte. Questo lo rende il mio ragazzo?

Che strano...non vorrei nulla con lui, eppure mi manca Orso.
(...ovviamente mi manca anche Anna...in effetti secondo la mia personale economia militare, la soluzione migliore avrebbe dovuto essere quella di stare con Orso e tenersi sia Anna che Nicolò.)

Purtroppo sono un'incapace e non rispetto mai i miei progetti come si deve.

4 comments:

nemo said...

m'intrufolo...

Che strano...
che strano leggere queste parole.
Rimandano subito alla mente, la famosa citazione: "la vita è quello che ti accade, mentre sei occupato a far progetti".

Non era proprio così forse...
Le parole esatte, l'autore, non ricordo.
Ricordo il senso di esser trascinati in una giornata che non m'apparteneva.
E se fosse la consapevolezza a renderci vivi?
Io sono, ma cosa più importante... io so che sono?
...
Il dubbio di non vivere è il primo passo... verso il mio personale tipo di follia.
Magari ti ritrovo in clinica
Magari ti perderò per strada.
Un saluto comunque.

Unknown said...

Non potei impedirmi di volgere lo sguardo verso di lui restandone incantato, nondimeno il suo sorriso gentile, mondando dalla sua parola ogni malizia, fece risaltare ai miei occhi la mia stessa empia immoralità. Egli si mostrava come un calco di gesso, niveo e puro, prima che l’artista vi abbia impresso il suo genio, malsano e stupendo.
Mi auguro che Dio avrà pietà di me ancora una volta, questo fu il mio pensiero al tempo.

Citato da me (Dio, l'uomo e il XX secolo)

Grazie della visita, ricambierò

Unknown said...

Di certo ci ritroveremo in clinica.
Purtoppo in questi tempi malati, non c'è pià nemmeno uno spazio in cui il sistema possa correggere noi poveri pazzi.
Così ci tocca comnvivere con la nostra malattia.

nemo said...

Oggi la mia malattia peggiora.
Traggo però una certa insana consolazione nel constatare che la corsia non è poi così deserta.