Friday, February 24, 2006

La Storia infinita

Ho un blocco. Come un qualcosa che ti sale da dentro e si arrampica fino a soffocarti; quando vorresti piangere, perché non sai dove sbattere la testa. Proprio fisicamente, intendo, prenderesti a calci o testate qualunque cosa e sai che non puoi.
E ti guardi intorno e pensi intorno, a cose scollegate, cercando di ritrovare sotto le macerie delle tue aspettative la carica che ti ha animato in passato, ma non trovi niente.
Niente.
E come fai a piangere, per cosa?
Potresti farlo per qualunque cosa, ma non ci riesci.
Perché ci sono così tante cose che ti deprimono, che hai parua che non ti fermeresti più.
Per questo non puoi cominciare.
Non puoi, non puoi mollare proprio adesso e lo sai.
Perché, diamine, sei solo all'inizio!

5 comments:

nemo said...

All'inizio di una giornata?
All'inizio di una vita?
Ciclicamente ricado nello stesso buco... nella stessa fossa...
Il fango mi prende ogni notte alla gola
e viscide scorrono lacrime che non escono dagli occhi, si rifiutano.
E tormentano chi mi sta accanto.
Non si molla... non si cede.
IO non mollo, non cedo.
Sono io il mio male e lo so... io sarò la mia condanna, se non posso essere la mia guarigione.

nemo said...

All'inizio di una giornata?
All'inizio di una vita?
Ciclicamente ricado nello stesso buco... nella stessa fossa...
Il fango mi prende ogni notte alla gola
e viscide scorrono lacrime che non escono dagli occhi, si rifiutano.
E tormentano chi mi sta accanto.
Non si molla... non si cede.
IO non mollo, non cedo.
Sono io il mio male e lo so... io sarò la mia condanna, se non posso essere la mia guarigione.

Unknown said...

L'unico neo è che non siamo solo la nostra condanna, lo siamo anche per coloro che ci stanno accanto e ancor più se ci assomigliano lo sono loro per noi.
E' un circolo autodistruttivo.

Anonymous said...

che meraviglia che siete tutti voi! Mi sembra di sentire me stessa, il mio continuo lavorio
mentale vi assomiglia! Inconcludente, lamentosa, orgogliosa, con complessi di superiorità e
nello stesso tempo di inadeguatezza! Disoccupata, nostalgica, emotiva. Non so cosa voglio,
cosa sono, se...sono! Un saluto a tutti, mi sento meno sola, ma non mi vado bene lo stesso.
Cerchiamo di liberarci disperatamente dalle aspettative degli altri e ci richiudiamo
disperatamente nelle nostre. Folli, illusi, ingenui, infatili..ma che bella risata, dopo il
pianto, dopo il vuoto. Una risata ironica distaccata che dice:"Ho lottato perchè mi sentivo
in gabbia, ora piango perchè sono sola, sono sola e non trovo un senso, mi dispero e vedo
che in effetti la vita non ha un senso, cosa resta da fare?" Ridere ridere, ridere, godere!Che goduria, raccontarsi, ridere, piangere, incontrarsi..non credete? In fondo sono io stessa a volermi così, in fondo sono io che ho paura e desiderio insieme di essere nessuno. Un problema di identità e libertà, come sempre (nel mio caso).

Unknown said...

Non potevo trovare riassunto migliore.
Incredibile...