Friday, October 14, 2005

Servi e padroni

La mancanza è un vuoto d'aria, quando i tuoi polmoni sono pieni d'ossigeno.
E' la decompressione mentre risali in fretta dagli abissi.
Dicono che non sia così, ma io ne sono certa: può uccidere.
E' un veleno che risale lento lungo le vene, controcorrente, si annida nel sangue dolce.
D'improvviso arriva al cuore, mentre è al massimo della sua espansioone, come un fiore che sta sbocciando, e lo blocca. Si ferma così, statico, asettico, immobile. E pian piano appassisce.
Poi ricomincia a battere debole e stanco, insidiato da quel veleno nero.
Attende di ritornare a fondo, attende di rivedere la superficie al di là del mare, attende di rifiorire sotto i raggi di quel sole malato e perverso, che giace oltre gli abissi.

La mancanza è il parassita dell'amore e la sua serva.
La mancanza è sfacciata e crudele.

Dicono che l'amore sia la cosa più bella che possa capitare nella vita, dicono che non importa quanto possa essere ostile il destino o maligna la natura, l'importante è aver amato.
Non è così.
L'amore è un virus, una malattia, un oppiaceo, una dipendenza involontaria.
La droga più distruttiva, antica e naturale al mondo.

Amore, mancanza, invidia, gelosia, ira sono fratelli di sangue, legati con un filo rosso e spinato.

Bacia la mia bocca di rosa,
perchè farlo se con le sue spine ti fa sanguinare?

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